La Carezza

"Carezza" di Sirio Tofanari: un capolavoro della scultura animalista.

La scultura in bronzo "Carezza", realizzata da Sirio Tofanari, rappresenta un giovane leone e una leonessa intenti a scambiarsi dolci gesti di affetto. L'opera, creata con la tecnica della fusione a cera persa, riesce a trasmettere una sensazione di potenza unita alla delicatezza delle emozioni, con un sapiente gioco di luci e ombre che esalta i corpi dei due felini, distesi l'uno contro l'altro. Sirio Tofanari, profondo conoscitore del mondo animale, trasse ispirazione dal suo soggiorno a Londra, dove studiò attentamente gli animali presso il Giardino Zoologico e il Museo di Storia Naturale. In "Carezza", l'artista coglie la naturale indolenza dei felini, rappresentandoli in un momento di quiete, con gli occhi socchiusi e i corpi rilassati. 

L'attenzione per i dettagli anatomici si combina alla ricerca delle linee sinuose, senza scadere né in stilizzazioni astratte né in rappresentazioni troppo narrative. Questo equilibrio conferisce all'opera una qualità intrinseca di movimento e armonia.
La prima versione fu acquisita dall'amico e chimico Licurgo Bertelli, che ricordò come, dopo la realizzazione della scultura, Tofanari distrusse il calco originale. Quando l'artista fu invitato a partecipare all'Ottava Biennale di Venezia del 1909, tentò di ottenere in prestito la statua per creare una seconda copia, ma Bertelli rifiutò. La versione esposta alla Biennale, che differisce per la forma della base e la patina, venne acquistata dalla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, dove tutt'oggi possiamo ammirarla.

Il successo dell'opera portò Tofanari a esporla anche alla VI Exposicion Internacional de Arte di Barcellona nel 1911, dove vinse una medaglia d'oro, e successivamente al Museo Golden Gate Memorial di San Francisco. In quest'ultimo museo, Carezza venne esposta insieme a un gruppo di altre opere animalistiche di Tofanari, come “Leopardo” e "Tigri che lottano". L'opera fu particolarmente lodata per la sua capacità di esprimere un senso di movimento morbido e naturale.


Il lavoro di Tofanari è spesso paragonato a quello dello scultore francese Antoine-Louis Barye, noto per le sue rappresentazioni di animali.
Tuttavia, mentre Barye prediligeva un maggiore realismo e precisione anatomica, Tofanari adottava uno stile più dinamico e sintetico, che permetteva di cogliere la psicologia degli animali in maniera più fluida e naturale. La critica, infatti, ha riconosciuto in in questa opera una delle migliori espressioni della capacità di Tofanari di combinare il vigore fisico degli animali con un tocco artistico delicato.

Bibliografia:
- Sapori, Francesco, La scultura italiana, Roma, Treves, 1932.
- Bertelli, Licurgo, Cementi e calci idrauliche: fabricazione, proprietà, applicazioni, Milano, Hoepli, 1912.
- D’Elia, Marta, Sirio Tofanari: il principe dell’animalismo, Firenze, Olschki, 2005.

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