Oskar Kokoschka

Oskar Kokoschka (1 marzo 1886 - 22 febbraio 1980) è stato un pittore e scrittore austriaco, uno dei principali esponenti dell'Espressionismo. La sua arte iniziale era caratterizzata da ritratti con gesti intensi che penetravano psicologicamente i personaggi, e successivamente da allegorie del suo umanismo enfatico. Anche i suoi drammi, poesie e prose sono noti per l'intuizione psicologica e l'audacia stilistica.
All'età di tre anni, la famiglia di Kokoschka si trasferì a Vienna dopo il fallimento del padre. Qui, Kokoschka frequentò la scuola e ricevette le sue prime impressioni artistiche. A 18 anni, vinse una borsa di studio per la Scuola di Arti e Mestieri di Vienna. Insoddisfatto del focus esclusivo sulle arti decorative, si dedicò autonomamente alla pittura di figure umane.
Nel 1908, incontrò l'architetto Adolf Loos, che divenne un mentore, aiutandolo a entrare in contatto con artisti e committenti. Durante questo periodo, dipinse paesaggi e ritratti, sviluppando uno stile caratterizzato da linee vibranti e colori espressivi. Kokoschka iniziò anche la sua carriera di scrittore, con drammi che esprimevano la sua filosofia umanista. Dal 1911 al 1914, Kokoschka ebbe una relazione tumultuosa con Alma Mahler. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruolò nell'esercito austriaco e fu gravemente ferito nel 1915. Durante il recupero a Dresda, scrisse e produsse diversi drammi. La guerra lo disilluse riguardo alle rivoluzioni, portandolo a denunciare la militanza politica. Negli anni '20, Kokoschka insegnò all'Accademia di Dresda e viaggiò in Europa, Nord Africa e Medio Oriente, dipingendo paesaggi panoramici. Nel 1934, si trasferì a Praga, dove incontrò la sua futura moglie, Olda Palkovska, e dipinse un ritratto del presidente ceco Tomáš Masaryk.
Con l'ascesa del nazismo, Kokoschka fuggì a Londra nel 1938. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dipinse numerosi grandi acquerelli a tema anti-bellico. Divenne cittadino britannico nel 1947. Dopo la guerra, fu onorato con mostre in tutta Europa e negli Stati Uniti, garantendosi la sicurezza finanziaria.
Nel 1953, Kokoschka si trasferì in Svizzera e fondò la Schule des Sehens ("Scuola del Vedere") a Salisburgo. Continuò a creare arte politica e mitologica, lavorando anche in litografia e scenografia. I suoi ultimi dipinti, come Herodotus (1960-63), riflettono un tributo alla memoria storica. La sua autobiografia, My Life (1964), è considerata un'opera eccellente. 
 
Il Duomo, Firenze, 1948
Nel 1948, Kokoschka visitò l'Italia e fu particolarmente colpito dalla maestosità della Basilica di Santa Maria del Fiore, conosciuta come il Duomo di Firenze. Durante questa visita, dipinse "Il Duomo, Firenze", catturando la grandiosità e la bellezza della cattedrale con una tecnica che enfatizzava i giochi di luce sul marmo esterno. Kokoschka utilizzò una vasta gamma di colori per rendere l'effetto della luce sulla facciata della chiesa, andando oltre la semplice rappresentazione geometrica per esprimere una visione emotiva e vibrante. L'opera riflette la sua abilità nel trasmettere non solo l'aspetto fisico di un luogo, ma anche la sua atmosfera e il suo impatto emotivo. Firenze, con la sua ricca storia artistica e architettonica, rappresentava un contesto perfetto per un artista del calibro di Kokoschka, noto per la sua capacità di infondere profondità psicologica e umanità nei suoi lavori. 
(© Artists Rights Society (ARS), New York / Pro Litteris, Zurich)

Questo dipinto vibrante e colorato rappresenta una veduta di Firenze. Realizzato durante il viaggio dell'artista in Italia nel 1948, il dipinto cattura l'essenza della città con uno stile espressionista caratteristico di Kokoschka. La sua tecnica distintiva si manifesta attraverso pennellate dinamiche e colori intensi, che conferiscono un senso di movimento e vitalità alla scena urbana. Nel dipinto, possiamo riconoscere alcuni dei monumenti più iconici di Firenze, come la cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore e il campanile di Giotto. Anche il Ponte Vecchio, con le sue arcate caratteristiche, è rappresentato in primo piano, mentre il fiume Arno serpeggia attraverso la città. Sullo sfondo si intravede Palazzo Vecchio, con la sua torre prominente che domina il paesaggio. Kokoschka non si limita a rappresentare fedelmente l'architettura e il paesaggio urbano; attraverso l'uso espressivo del colore e delle linee, riesce a trasmettere l'atmosfera unica di Firenze, la sua storia e la sua energia. Questo dipinto è un esempio eccellente del modo in cui l'artista combinava la sua sensibilità artistica con una profonda comprensione del soggetto, creando opere che sono allo stesso tempo visivamente affascinanti ed emotivamente coinvolgenti.

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