Confronto fra Botticelli e Pollaiolo

Confronto fra Botticelli e Pollaiolo su San Sebastiano
di Jhan Rusconi, 1907
 

L'influsso dell'arte dei Pollaiuolo [nel Botticelli] si rivela ancora più debolmente nel San Sebastiano (1473), ora nella Galleria di Berlino. Nell'accuratezza dello studio del nudo, nella energia del modellato, quest'opera mostra ancora una qualche parentela con l'arte dei Pollaiuolo, ma il filo che la lega a questi maestri è così sottile, che non si comprende come per tanto tempo essa abbia portato il nome di Antonio Pollaiuolo.

Di quest'ultimo la Galleria di Londra possiede un grande San Sebastiano dipinto nel 1475, che, secondo il Vasari, è l'opera sua più importante. Per l'arte realistica del Pollaiuolo la figura del martire è il solo motivo centrale dì una grande scena drammatica.Tutto intorno al giovane santo si affannano gli arcieri a caricar balestre, a mirare, a colpire, e il quadro sacro muta il suo spirito e il suo significato, per diventare un quadro drammatico, di vita e di costume. La sofferenza del santo risponde alla crudeltà dei carnefici e il martirio del bellissimo giovane romano inspira solo pietà.

Sandro Botticelli ha inteso questo sacro episodio con tutt'altro sentimento e lo ha reso con un'arte diversa di intenzione e di risultati. Così ha immaginato il bel santo in aperta campagna, davanti ad un paesaggio ampio e vario, rotto da un fiume, animato da chiese, da cappelle, da torri, ricco di alberi e di verde. Un albero anzi limita il quadro a sinistra, coi suoi rami già spogli sui quali tremola qua e là qualche povera foglia secca. I carnefici sono scomparsi dalla scena, si vedono appena, nel basso, allontanarsi in fretta, soddisfatti dell'opera compiuta. E intanto il martire cristiano, rapito in un'estasi divina, non sente il dolore pungente delle sei grosse frecce che gli sono conficcate nel corpo. Il suo bel volto, coronato da una selva di capelli, non esprime nessun dolore fisico, che la triste realtà non lo preoccupa ed egli è tutto assorto nel bellissimo sogno che ne illumina lo sguardo.

Antonio Pollaiuolo lanciava il grido disperato del martirio crudele, Sandro Botticelli, più semplice e più puro, innalza a Dio la preghiera della vittima. L'anonimo Gaddiano ricorda questa pittura con queste parole: «In Santa Maria Maggiore è di sua mano un San Bastiano in tavola, che è in una colonna, il quale fece di gennaio nel 1473». Il quadro è quindi di due anni anteriore a quello del Pollaiuolo e mostra come, ben poco tempo dopo l'esecuzione della Fortezza, il Botticelli avesse ritrovato libera ed intera la sua personalità, non sottomessa e non legata alle esigenze veriste del Pollaiuolo. L'uno e l'altro, avanzando per la loro strada, hanno perseguito con diversa fede i loro ideali, che paiono quasi riassumersi nella varia interpretazione del martirio di San Sebastiano.Il quadro di Sandro Botticelli tu dipinto per commissione di Lorenzo il Magnifico, ed è questa la prima commissione ch'egli ebbe da quel grande e illuminato mecenate.

La fama di lui doveva esser dunque già ben affermata se il Magnifico gli aveva commesso un'opera importante. Allora la protezione de' Medici, mecenati accorti e preziosi, era la garanzia migliore del valore di un artista. Del resto il Botticelli, libero ormai da ogni maestro, aveva già aperto bottega per conto suo e alla sua scuola veniva già Filippino Lippi, il figlio del suo antico maestro. Fra Filippo era morto a Spoleto nel 1469 e fra Diamante, che era stato incaricato dal padre della prima educazione del giovane Filippino, nel 1472 lo affidò alle cure di Sandro Botticelli che lo tenne nella sua bottega.
 

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