František Krátký, nato il 7 settembre 1851 a Sadská, fu un illustre fotografo ceco, riconosciuto per il suo contributo significativo allo sviluppo della stereofotografia nell'Impero austro-ungarico. Cresciuto in una famiglia dove l'arte era il pane quotidiano, il padre pittore e tipografo gli trasmise l'amore per le forme espressive fin da giovane. Dopo un'apprendistato in tipografia, Krátký approfondì il suo interesse per le arti frequentando l'Accademia di Belle Arti di Praga tra il 1872 e il 1873. Sviluppò una passione per la fotografia che lo portò a gestire un proprio studio fotografico a Kolín a partire dal 1880. Si distinse per le sue abilità in diversi generi fotografici, dalla ritrattistica al paesaggio, fino alla documentazione di siti d'interesse. Il suo talento lo spinse a esplorare la campagna boema e morava, dove creò splendide immagini stereoscopiche che restano ancora oggi testimoni del suo tempo. Un momento significativo della sua carriera fu il viaggio in Italia nel 1897, durante il quale immortalò il patrimonio artistico e culturale del paese con una raffinatezza tecnica che testimonia il suo spirito innovativo. Queste fotografie, ricche di dettaglio e di atmosfera, catturano l'anima dell'Italia, preservando la sua bellezza per le generazioni future. František Krátký lasciò un'eredità durevole nella storia della fotografia prima di passare a miglior vita il 20 maggio 1924 a Kolín, dove fu sepolto. La sua opera rimane un punto di riferimento nella fotografia e nell'editoria di immagini stereoscopiche, apprezzata sia per la sua qualità artistica che per la sua importanza storica.
František Krátký non era solo un fotografo, era un vero pioniere visivo. Nato in una famiglia di artisti e tipografi, Krátký fece della fotografia non solo un mestiere, ma una vera e propria forma d'arte. Attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica, egli riuscì a catturare l'essenza del paesaggio e dell'anima boema e morava con una maestria che si può solo definire come pittorica. Le sue immagini stereoscopiche non erano semplici riproduzioni bidimensionali; erano finestre che si aprono su mondi passati, pieni di profondità e di storie nascoste. Il suo viaggio in Italia fu una sorta di odissea fotografica. In quei tre mesi del 1897, Krátký si immise nelle vene dell'Italia, esplorandone il cuore culturale e artistico con una dedizione quasi documentaristica. Armato di attrezzature all'avanguardia, trasformò ogni scatto in un'affermazione d'immortalità per i tesori italiani. Oggi, quelle stesse immagini ci parlano ancora, rivelando dettagli e sfumature di un tempo che fu, e mantenendo viva la magia intramontabile di quelle epoche e luoghi.
La morte non fece che sigillare il suo lascito nel comune di Kolín, dove riposa, ma il suo occhio artistico continua a vivere attraverso ogni sua fotografia, come se ciascuna di esse fosse una porta aperta su mondi che lui stesso ha fissato nel tempo e nello spazio per noi, appassionati di fotografia e custodi del patrimonio visivo che ci ha gentilmente lasciato.
Uomo di chiesa e fotografo, ha immortalato con passione Firenze e i suoi tanti viaggi, lasciando un patrimonio storico visivo unico.
I lasciti di alcuni dei suoi quadri a Palazzo Pitti e all'Istituto degli Innocenti testimoniano la grande generosità di questa grande artista.
Esploriamo la Firenze del XIX secolo attraverso gli occhi di František Krátký, con fotografie straordinarie che rivelano il fascino del passato.
Pittore statunitense del XIX secolo, trasferitosi a Firenze, abbandonò la pittura per collezionare opere rinascimentali.