Nel 1397, a Firenze, Giovanni di Bicci fondò il Banco Medici, un'impresa finanziaria che ebbe un ruolo chiave nella storia della famiglia Medici. La sede del banco si trovava vicino a Orsanmichele, tra via Porta Rossa e via dell'Arte della Lana. Giovanni aveva acquisito una solida esperienza lavorando presso il banco di Vieri di Cambio de' Medici, uno dei più importanti banchi a Firenze nel tardo Trecento. Inizialmente, Giovanni aveva iniziato come apprendista presso Vieri e, successivamente, era diventato fattore e socio minoritario. Nel 1393, grazie a una dote di 1500 fiorini ottenuta attraverso il matrimonio con Piccarda Bueri nel 1385, Giovanni rilevò la filiale romana del banco di Vieri e avviò la sua attività indipendente. Egli coinvolse diversi soci, contribuendo così ad aumentare il capitale del banco.
Dopo la morte di Vieri, nel 1397, Giovanni trasferì la sede della compagnia a Firenze e avviò una nuova impresa con un giro d'affari in costante crescita. Grazie all'operato di Giovanni di Bicci, furono poste le solide basi per l'ascesa sociale e politica del ramo di Averardo detto Bicci dei Medici.
Come molti altri banchi dell'epoca, il Banco Medici svolgeva diverse funzioni, tra cui quella di un banco di deposito, che convertiva le lettere di cambio per banche straniere, concedeva prestiti e faceva investimenti. Il capitale iniziale ammontava a 10.000 fiorini, con oltre la metà di proprietà di Giovanni, mentre il resto apparteneva ai soci. Tra il 1397 e il 1420, il banco riuscì a ottenere profitti per un totale di 151.820 fiorini, di cui 113.865 furono di Giovanni. Nel frattempo, Giovanni aveva assunto la direzione amministrativa di due manifatture per la produzione di stoffe.
Nel 1408, il Banco Medici aveva due filiali importanti, una a Venezia e l'altra a Roma, da cui dipendeva anche la succursale di Napoli. Nel 1413, Giovanni divenne il principale banchiere del papa Giovanni XXIII e ottenne il monopolio della gestione amministrativa delle entrate pontificie. Tuttavia, questa posizione fu persa quando Giovanni XXIII fu deposto come antipapa dal concilio di Costanza nel 1415. Nonostante le difficoltà, Giovanni di Bicci riuscì a far fronte alla concorrenza dei banchi degli Alberti e degli Spini e mantenne un ruolo di primo piano presso la curia romana, da cui provenivano i profitti più consistenti per il Banco Medici.
Grazie all'entità degli introiti del banco e al prestigio della sua clientela, Giovanni di Bicci poté intraprendere iniziative significative, come il pagamento di 30.000 fiorini per ottenere la liberazione dell'antipapa Giovanni XXIII nel 1419 e il finanziamento della ricostruzione di San Lorenzo nello stesso anno.
Nel periodo che va dal 1420 al 1435, quando il banco passò al figlio di Giovanni, Cosimo il Vecchio, i profitti salirono a 186.382 fiorini. Con il suo banco, Giovanni di Bicci divenne la figura di spicco nella famiglia Medici, gettando le basi per la futura potenza economica dei suoi discendenti.
Fu tra i primi esploratori del Nuovo Mondo tanto da lasciare il suo nome all'America.
Vedova nel 1526, Maria affrontò sfide emotive e finanziarie. Gestì la famiglia e richieste di denaro, cercando supporto da Clemente VII.
"La venga sposa, la prenda questo coso caldo in bocca; se la non si spiccia non gliene tocca!"
L'aspetto innovativo delle sue proposte consisteva nella rielaborazione moderna dell'antico.