Trovatori e Cavalleria

Trovatori e Cavalleria.
«Fin gioia mi dà allegranza per ch'io con gioia canto»

Nell'antichità, le istituzioni iniziatiche custodivano gelosamente le loro dottrine, abbracciando il Deismo come la filosofia suprema e, spesso, la morale più pura. Tuttavia, di fronte alla grande massa di profani, consentivano e lasciavano prosperare il politeismo più stravagante, futile e irragionevole, insieme a superstizioni spesso volgari e immorali. Con il Medioevo, la situazione si trasforma: al vertice della scala sociale, non più la filosofia, ma il dogma, non più la morale pura, ma la superstizione e talvolta la turpitudine. Alla base, emerge uno spirito critico demolitore, poiché la lotta si sviluppava contro il potere organizzato e armato delle classi elevate, specialmente contro l'organismo teocratico della Chiesa. In questa fase, il segreto diventa essenziale per difendere le associazioni che si gettano audacemente nella lotta.
Le sette gnostiche, manichee e gli innumerevoli sistemi eretici dirigono i loro strali contro il papato, organizzandosi in congiure e sette munite di impenetrabili segreti e giuramenti terribili. Gli Albigesi, nati dal Manicheismo, si ergono come la più potente e audace di queste fratellanze segrete. Alcuni sostengono che i Templari fossero la milizia armata, mentre i Trovatori agissero come poeti propagandisti della setta albigese.
I Trovatori, poeti provenzali, cantano incessantemente d'amore, ma sembrano considerarlo più un'arte, una scienza, la gaia scienza, che un semplice affetto. La loro poesia, spesso enigmatica, potrebbe nascondere i principi dell'eresia manichea. I versi di Arnaldo Daniele, celebrato da Dante e Petrarca come Gran Maestro di Amore, sono rivolti a una dama dei suoi pensieri mai nominata, ma desiderata con ardore mentale e sentimentale. Alcuni interpretano tali versi come dedicati a un obiettivo ideale, piuttosto che a una donna reale.
Le famose corti d'amore e le radunanze cavalleresche sono considerate da alcuni come precursori delle Logge d'Adozione e della Massoneria femminile, suggerendo significati più profondi di semplici festività amorose. Tuttavia, c'è chi sostiene che tali corti d'amore siano mai esistite solo nell'ardente fantasia dei romanzieri. In queste speculazioni, alcuni vedono collegamenti enigmatici e altri criticano la stessa esistenza storica di tali eventi.

(1) ARNALDO Daniello, o Daniele (Arnaut Daniel). - Trovatore perigordino, della seconda metà del sec. XII, nato a Ribérac, nella Dordogna, secondo una breve biografietta provenzale, che gli attribuisce nobili natali, e amore, non corrisposto, per una gentildonna di Guascogna.

Bibliografia
Ulisse Bacci, Il libro del massone italiano, Roma, Vita Nuova, 1922

Codex Manesse, Kristan of Hamle
La morte del trovatore Jaufre Rudel
Una raffigurazione di Arnaut Daniel
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I Trovatori, poeti provenzali, cantano l'amore come arte, nascondendo forse eresie manichee.

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